TERAMO – Dopo aver trainato per un decennio l’economia abruzzese, le imprese artigiane hanno subito nel 2010 una battuta d’arresto. Lo attesta una ricerca condotta dal centro studi regionale della Cna, secondo il quale nel corso del decennio il tasso di crescita della micro impresa è stato in Abruzzo quasi il doppio della media nazionale: 11,78% in più, contro una media Italia del 5,44%. Alla fine di dicembre dello scorso anno, documenta così lo studio realizzato su dati di Unioncamere, nella nostra regione le imprese artigiane ammontavano a 36mila 268, seguendo un andamento di crescita inversamente proporzionale a quello degli altri settori economici abruzzesi. Il boom delle imprese artigiane – documenta lo studio presentato oggi dal presidente e dal direttore della Cna regionale, Italo Lupo e Graziano Di Costanzo – si è diversificata nelle province abruzzesi, ma sempre e comunque con valori tutti superiori alla media nazionale: Chieti è cresciuta del 14,23%, L’Aquila del 12,89%, Teramo del 11,93% e Pescara del 7,70%. Tra i comparti produttivi, il numero più alto di imprese artigiane si trova nelle costruzioni, con ben 13mila 925 (pari al 38,39% del totale), precedendo il settore dei servizi (9mila 822 imprese pari al 27,08%). Spiccata inoltre la vocazione dei territori nella diffusione delle piccole imprese: mentre a Pescara e a Chieti prevalgono i servizi, rispettivamente con il 32,3% e il 28,3% (contro il 25,6% medio nazionale), all’Aquila le costruzioni hanno avuto il sopravvento con il 44,6% (contro il 40%), mentre a Teramo si registrano valori molto vicini a quelli italiani. Se il decennio 2000-2010 ha segnato in Abruzzo il boom delle piccole imprese, la stessa cosa non si può dire per l’anno appena trascorso dal momento che le imprese artigiane abruzzesi hanno segnato un incremento di appena 189 unità, pari allo 0,52%. Il risultato pur se in controtendenza rispetto al dato nazionale attestato su un -0,54%, risulta tuttavia largamente inferiore alla media degli anni precedenti. Secondo Cna il risultato è stato sicuramente determinato dall’impennata verificatasi nel settore delle costruzioni nell’aquilano per effetto del sisma del 2009. Senza quel dato, anche in Abruzzo le nuove imprese artigiane avrebbero subito una flessione. Tra le province, oltre alla crescita del territorio aquilano (+203), va evidenziato il risultato positivo della provincia pescarese, capace di un saldo attivo di 82 unità. Segno negativo invece per le altre due province, ambedue in flessione: Teramo si attesta a -38 e Chieti a -58.
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